INFORMATICA IN STABILIMENTO – 06 – IL PRODOTTO DIFETTOSO. RICONOSCERLO E REAGIRE

INFORMATICA IN STABILIMENTO – 06 – IL PRODOTTO DIFETTOSO. RICONOSCERLO E REAGIRE

Appunti della serie: “cose che l’informatica può fare per Voi e che nessuno Vi ha mai detto!” 

Una operazione fondamentale per qualsiasi azienda manifatturiera è il controllo della qualità di quanto prodotto.
I costi per la gestione dei prodotti imperfetti, le RMA, sostituzioni e ripristini sono spesso riducibili tramite sistemi di individuazione e riconoscimento delle specifiche difettosità.

Tralasciamo, in questa occasione, quelle imperfezioni funzionali riconoscibili esclusivamente tramite collaudo del prodotto come meccanismi e manovellismi oppure apparati elettrici ed elettronici.

Uno dei più semplici, ma più diffusi ed economici, metodi di individuazioni dei difetti riguarda quelli individuabili visivamente come, ad esempio, nei prodotti di fonderia, di stampaggio, di estrusione, di frutticoltura, ecc…
Vediamo come funziona.

Vengono posizionati alcuni dispositivi di ripresa (piccole telecamere) lungo il percorso del prodotto finito e si collegano ad un sistema (usualmente un personal computer dedicato è sufficiente) dotato di un software per il confronto delle immagini.
Il PC abitualmente è anche collegato ad un avvisatore per l’operatore o ad un dispositivo per l’uscita automatica del “pezzo” dalla linea.

INDIVIDUAZIONE BINARIA

Si tratta della individuazione di quanto non risponde agli standard prefissati di accettazione.
Il software è, in questo caso, più semplice in quanto non gli è demandata alcuna decisione. Deve solamente riconoscere ed attivarsi in modalità ON/OFF, si/no, buono/cattivo.
Soluzione economica, ma ampiamente sostituita da quella descritta di seguito.

INDIVIDUAZIONE DECISIONALE

La crescente potenza di calcolo anche nei semplici PC e l’evoluzione dei software di elaborazione delle immagini ha reso accessibile a costi contenuti anche un altro metodo di individuazione.
Si memorizzano immagini relative a differenti campioni di prodotto difettoso ed il programma esegue un confronto per similitudine offrendo interventi diversi in relazione alla scala dei risultati.

Utilizziamo un esempio (semplificando) nel settore alimentare. La selezione della frutta.

RILEVAZIONE DESTINAZIONE INDIRIZZAMENTO

RILEVAZIONE DESTINAZIONE                                                    
Il frutto non presenta difetti di forma, di colore, di dimensione o anomalie (es. macchie) confezionamento 1ma scelta linea A
Le dimensioni o i colori non corrispondono agli standard di perfezione confezionamento 2a scelta linea B
La forma è irregolare o presenta consistenti deformazioni produzione confetture vasca A
Sono presenti macchie superficiali estese o la buccia è danneggiata produzione succhi vasca B

 

 

 

 

 

 

 

 

Le prime due scelte attivano uno scambio nella linea di confezionamento, mentre per le ultime due piccoli stantuffi pneumatici spingono i frutti a cadere in differenti vasche piene d’acqua dalle quali verranno raccolti per l’invio a reparti o produttori specializzati.

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Qualora foste interessati ad approfondire l’argomento trattato in questo articolo: info@studiopanella.it
Studio Panella (Bologna) consulenza tecnologica ed informatica, affronta e progetta regolarmente soluzioni in questo ambito.

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INFORMATICA IN STABILIMENTO – 05 – DOV’E’? PORTALO QUI!

Appunti della serie: “cose che l’informatica può fare per Voi e che nessuno Vi ha mai detto!” 

Qualsiasi azienda produca e/o distribuisca prodotti o materiali ha un magazzino.
Reperire un articolo in magazzino DEVE essere semplice e veloce, ma non sempre è così.
Inoltre lo spazio non è mai abbastanza ed ogni metro quadro ha un costo da considerare sia nella contabilità industriale, sia nel calcolo dei lotti ottimali di approvvigionamento.
Quanti e quali sono i tipi di magazzino che possiamo utilizzare per il nostro tipo do prodotti?

TIPI DI STRUTTURA DI MAGAZZINO E RELATIVI UTILIZZI
La filosofia che principalmente si applica ad un magazzino per ottimizzare spazio ed addetti è semplice.
Sostituire l’attività “uomo verso merce” con “merce verso uomo” riducendo o eliminando la necessità di entrare nel magazzino stesso per il prelievo o il carico.
Vediamone alcuni dei tipi di soluzione.

ARMADIO ROTANTE
Si tratta di un armadio verticale di ridotta profondità con una finestra orizzontale ad uso dell’operatore.
All’interno ruotano dei ripiani composti quasi sempre da contenitori monoprodotto. È eccellente per la componentistica di ridotte dimensioni e per la minuteria di valore. Utilizzato anche presso punti vendita di materiale elettronico, ricambistica e per documenti.
Abitualmente è integrato con un PC per la indicizzazione o collegato al software gestionale per il reperimento immediato dei particolari richiesti.
Ogni armadio così impostato, chiaramente, può servire un singolo operatore alla volta, ma alcuni armadi rotanti sono formati da numerosi moduli indipendenti che annullano tale limitazione.
Si possono installare batterie di armadi verticali di varie dimensioni e farli “lavorare” in abbinamento tra loro.

TRASLAZIONE VERTICALE
Esteticamente simile all’armadio rotante è adatto a prodotti di maggiore peso e dimensione.
All’interno i ripiani rimangono fermi tranne quello che contiene l’articolo richiesto che viene portato all’operatore da un meccanismo elevatore. In relazione all’armadio rotante la sue dimensioni sono una maggiore profondità ed una minore larghezza. Queste dimensioni sono in relazione alla dimensione massima del prodotti da gestire.

MAGAZZINO VERTICALE
Adatto anche ad articoli di dimensioni e peso “importanti” questo tipo di impianto è formato da un vero e proprio convoglio di scaffalature che viaggiano su binari per portare il prodotto davanti alla apertura dell’operatore. Estremamente positive sono le possibilità di realizzare tracciato curvi, in funzione degli spazi disponibili anche se difficilmente raggiungibili ed associare un ridotto spazio di picking anche a magazzini (multipli) di grandi dimensioni.
Il link riportato alla animazione KARDEX ne illustra perfettamente il funzionamento.

MAGAZZINO ORIZZONTALE AUTOMATICO
Dal funzionamento simile al magazzino verticale o all’armadio rotante si differenzia solamente per la disposizione in orizzontale dei ripiani mobili.

A GRAVITA’
In un impianto da magazzino di tipo tradizionale vengono inserite delle lunghe scansie a rulli inclinate di circa 4 gradi.
Molto utilizzato per beni confezionati di dimensioni medio-grandi come elettrodomestici, ceramiche, ecc…
PRO Il carico di magazzino avviene sempre dal retro ed il prelievo di fronte. In questo modo si aumenta la velocità operativa e si garantisce un movimento FIFO.
CONTRO Viene sempre occupato lo spazio della intera scorta anche in presenza di un solo collo. Un semplice reso a magazzino interrompe la catena FIFO.

AUTOPORTANTE
Uno dei sistemi più razionali per approntare un nuovo magazzino è la realizzazione di un magazzino autoportante.
Si tratta di una costruzione la cui intelaiatura portante è rappresentata dalla struttura del magazzino stesso.
Con ridotte pratiche burocratiche permette l’ampliamento dello spazio utile dell’azienda.
Queste strutture possono essere gestire con la maggior parte dei sistemi precedentemente descritti.

COMPATTABILE
Composto da moduli verticali indipendenti e di varie dimensioni che si spostano su piccoli binari tramite volani incorporati. Una volta chiuso, con i moduli compattati, forma un corpo unico massiccio e protetto.
Sistema piuttosto lento e poco adatto a qualsiasi automatismo di movimento, ma molto usato per l’archiviazione prima della diffusione capillare della digitalizzazione dei documenti.
Presente nello stoccaggio di oggetti di valore anche in pezzi singoli, di supporti dati e documenti rilevanti.
Decisamente legato a strutture di alta sicurezza e/o ad ambienti ignifughi.
Rarissimi sono i casi di movimento elettrico dei moduli mentre l’indicizzazione dei contenuti viene quasi sempre gestita da un semplice programma off-line.

Sistemi tipo AUTODRIVE
Di recente introduzione è il sistema AUTODRIVE per la gestione dei magazzini portapallets.
È composto da un tradizionale telaio con scaffalature per pallets, ma con un gradino sul quale scorre una piattaforma che solleva i pallets, li porta nella posizione più lontana della scansia quando vengono caricati e li avvicina all’imboccatura al momento del prelievo. Questo sistema consente di utilizzare scansie dalla profondità teoricamente infinita. Non è necessaria una piattaforma mobile per ogni scansia in quanto sono spostabili, utilizzando le forche del carrello elevatore, là dove servono.

ARGOMENTI PER LA SCELTA DEL MAGAZZINO

• SPAZIO DISPONIBILE
• SPAZIO NECESSARIO
• TIPO / MIX di PRODOTTI
• DESTINAZIONE D’USO
• TIPO di IMPIANTO
• METODO di GESTIONE
• …
 
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INFORMATICA IN STABILIMENTO – 04 – CONOSCERE I COSTI DI TRASPORTO IN ANTICIPO

INFORMATICA IN STABILIMENTO – 04 – CONOSCERE I COSTI DI TRASPORTO IN ANTICIPO

Appunti della serie: “cose che l’informatica può fare per Voi e che nessuno Vi ha mai detto!” 
Un altro problema che si ripresenta periodicamente nelle aziende manifatturiere e commerciali è quello di poter conoscere con buona precisione i costi di spedizione dei prodotti già al momento della spedizione.
Alcuni vettori fatturano il trasporto a peso, altri a volume, molti a forfait, ma sono dei valori approssimativi sempre a favore del trasportatore. L’autentico prezziario dei trasporti è il rapporto peso/volume!

PREZZIARIO A MATRICE

Il listino prezzi dei corrieri è, solitamente, realizzato in una matrice bidimensionale legata a zone geografiche di destinazione.
Il costo è determinato dal punto di intersezione tra i valori del “PESO” e quelli del “VOLUME”.
In alcuni casi la matrice diventa tridimensionale con la presenza della variabile “DISTANZA”.

COME AFFRONTARLO

In ogni caso aggiungere una routine di programma che elabori tali valori e li individui in una tabella preimpostata è alla portata di qualsiasi programmatore ed elaboratore.
Il neo presente, secondo alcune aziende, è la misurazione del volume.
Niente paura!

Anche se sconosciuti ai più, da oltre vent’anni sono a nostra disposizione strumenti per la corretta misurazione a distanza dei volumi.
Quando un pallet viene posizionato sul piano di pesata e la bilancia trasmette il peso al programma di bollettazione un sensore sospeso a qualche metro in perpendicolare rileva contemporaneamente le misure dell’insieme da caricare, ne calcola la cubatura e la trasmette al sistema insieme al peso.


Chiaramente l’operatore deve posizionare i contenitori in maniera razionale dal momento che una eccessiva sporgenza influisce negativamente sul calcolo della cubatura (v.figura).

Il programma di bollettazione stamperà inequivocabilmente sul DDT sia il peso che il volume pagante, confronterà tali valori nella tabella prezzi di quel vettore (indicato in bolla) e ne indicherà immediatamente il costo nella eventuale fattura accompagnatoria o lo memorizzerà per utilizzarlo nella successiva fattura differita.

VALORIZZAZIONE

Il cliente avrà immediatamente tutti i costi di fornitura e non dovrà attendere ulteriori successive fatture.
Questo metodo consente un controllo fatture immediato e completo evitando disguidi, perdite di tempo e giustificativi successivi ed anche una immediata valorizzazione “reale” di quanto caricato a magazzino per il destinatario ed, per chi spedisce, una corretta ed immediata attribuzione degli importi per la Contabilità Industriale ed il Controllo di Gestione.


 
Qualora foste interessati ad approfondire l’argomento trattato in questo articolo: info@studiopanella.it
Studio Panella (Bologna) ha già affrontato e realizzato soluzioni relative a questo argomento.

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INFORMATICA IN STABILIMENTO – 03 – FARE L’INVENTARIO IN BICICLETTA

INFORMATICA IN STABILIMENTO – 03 – FARE L’INVENTARIO IN BICICLETTA

Appunti della serie: “cose che l’informatica può fare per Voi e che nessuno Vi ha mai detto!” 
Riprendiamo nuovamente l’argomento RFID.
Questa volta per cercare di alleviare un “peso” operativo che coinvolge ogni azienda che utilizza un magazzino merci.
L’inventario periodico.

UN MOMENTO IMPRODUTTIVO

Per ottemperare agli obblighi fiscali e/o per conoscere esattamente quanto giacente in magazzino è necessario, periodicamente, eseguire un conteggio di ciò che è presente in azienda.
La classica chiusura “per inventario” o le ore straordinarie pagate per gli inventari in periodi di inattività dell’azienda si possono, in molti casi, dimenticare. Come?

COME AFFRONTARLO

Negli anni ’80 e ‘90 abbiamo organizzato ed utilizzato inventari “a campione”, rotativi, random, per classe ABC, e chi più ne ha più ne metta.
Tutti metodi per ottimizzare la gestione, anche fiscale, dei magazzini ed evitare i succitati, onerosi, stop operativi.
L’operatività, comunque, non cambia. Qualcuno deve contare, riportare, aggiustare (a mano) la giacenza.

Anche in questo caso l’RFID, negli ultimi dieci anni, ci è stato di grande ausilio.

MAGAZZINO PRODOTTO FINITO

Sostituendo alle classiche etichette BAR-CODE applicate alle confezioni le etichette RFID di ultima generazione (pochi centesimi) è possibile rilevare i singoli prodotti (incluse le eventuali matricole) per prossimità.
È quindi possibile installare uno o più scanner RFID su carrelli elevatori o su altri veicoli utilizzati in magazzino per ottenere un costante monitoraggio delle giacenze. Come citato nel titolo: “fare l’inventario in bicicletta”.

MAGAZZINO COMPONENTI

Discorso più articolato va fatto in relazione al magazzino componenti.
L’impostazione dell’uso dell’RFID varia in funzione del metodo produttivo adottato nei singoli reparti.
Esempio:
In una produzione “in linea”, di tipo automobilistico, è semplice e conveniente l’applicazione dei TAG ai componenti primari e ignorare le minuterie considerandole già fuori dal magazzino (scaricate) quando spostate in WIP.
In una produzione di componenti “poveri”, di basso valore unitario, rimane conveniente l’uso dei tradizionali BAR-CODE o QR-CODE solo stampati.
In altri casi le etichette sono collocate in un contenitore applicato alla scansia (tasche adesive o magnetiche) prelevate allo scarico dei pezzi nella medesima quantità e, eventualmente, reinserite al carico.

Molti non sanno che esistono sistemi di stampa dei BAR-CODE e QR-CODE non a contatto e con inchiostri adatti ai metalli. Questi sistemi sono costituiti spesso da nastri trasportatori che fanno transitare i componenti sotto alla testina di stampa “a getto”.  È un sistema molto utilizzato nella gestione dei magazzini ricambi di prodotti meccanici “a disegno”.
 
Qualora foste interessati ad approfondire l’argomento trattato in questo articolo: info@studiopanella.it
Studio Panella (Bologna) ha già preparato ed utilizzato slides animate PowerPoint relative a questo argomento per eventuali incontri esplicativi. Sono organizzabili dimostrazioni dei sistemi in argomento.

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INFORMATICA IN STABILIMENTO – 01 – RFID PER I BENI STRUMENTALI.

In un periodo di crisi ogni azienda cerca canali e strumenti per ridurre i costi, risparmiare.
Più raro, invece, è l’imprenditore che cerca, anche con modesti investimenti, di aumentare l’efficienza e la produttività di impianti e processi già esistente ed attivi.
Iniziamo, in questa occasione, una nuova serie di articoli indirizzati a confortare e consigliare questi ultimi e ad esporre alle aziende della prima categoria nuove vie e strumenti.
Cioè “cose che l’informatica può fare per Voi e che nessuno Vi ha mai detto!” 

LA TECNICA (semplificata)

L’RFID è un sistema composto operativamente da due elementi: il lettore (o scanner) RFID e il TAG, sia esso contenuto in una etichetta o una placca corazzata.

Nel TAG vengono memorizzate informazioni del tipo più disparato, esattamente come in un dischetto, tramite un drive apposito.
Quando un TAG entra ne raggio di lettura di uno scanner ne subisce il campo elettromagnetico e, se identificato, “risponde” cedendone copia del contenuto.
I TAG possono contenere da pochi bit a decine di Kbyte a seconda del modello e del costo.

I BENI STRUMENTALI – POST-VENDITA

Nel caso di impianto e/o bene complesso un TAG RFID può assumere una importanza primaria nel post-vendita.
Oltre al tradizionale codice del prodotto associato viene inserito il numero della commessa di produzione o il numero di matricola. Comunque un identificativo univoco di QUEL prodotto.
In questo modo l’incaricato della manutenzione potrà, anche a distanza di anni, richiedere il ricambio perfetto senza dover recuperare la documentazione originale spesso reperibile con difficoltà.

Le stesse informazioni potrebbero essere incluse in una semplice etichetta QR, è vero, ma un RFID a bottone, con foro centrale e rivettato al telaio del bene “risponde” ad uno scanner portatile (poco più grande di un palmare) anche se in posizione difficilmente visibile o, peggio, dopo una riverniciatura totale.

L’RFID, inoltre, potrebbe essere aggiornato come un “libretto” di manutenzione con le indicazioni degli interventi effettuati ed i ricambi installati. Per questo, ovviamente, non è sufficiente una etichetta da pochi centesimi in quanto poco capiente.

I BENI STRUMENTALI – PRODUZIONE

Spesso per bene strumentale intendiamo macchinari e impianti industriali per i quali viene adottata la produzione “ad isola”. Quando, cioè, l’oggetto viene prodotto in una determinata locazione e sono gli addetti che gli “girano attorno” o passano da una commessa ad un’altra. Per esempio: produzione di impianti industriali e cantieri navali.
In questi casi l’RFID del dipendente verrà letto dallo scanner di commessa o CdC per la corretta attribuzione delle ore lavorate.
Per i cantieri edili si è anche adottata una diversa soluzione.
Non potendo sempre installare un efficiente e stabile impianto di rete la soluzione adottata è rivettare un TAG ad un elemento fisso del cantiere (esterno dell’ufficio, una putrella vicina all’ingresso, …) e dotare gli addetti di un lettore  automatico mobile da pochi euro e dalle dimensioni inferiori ad un radiocomando da auto a volte agganciato all’interno del casco.
Periodicamente, abitualmente una o due volte la settimana, un addetto collega via USB i lettori ad un PC e “scarica” le marcature dei dipendenti.

Le esigenze, stimolando l’inventiva, forniscono ogni giorno nuovi usi di un sistema tanto flessibile
Quanto descritto si va chiaramente ad aggiungere a tutti i consueti usi commerciali e gestionali degli RFID.
Da segnalare una nuova generazioni di stampanti in grado di stampare etichette RFID e contestualmente aggiornarne il contenuto. Testo, QR-Code, BarCode e RFID in unico passaggio con etichette che, ormai, hanno un costo inferiore ai 10 centesimi ed il cui chip quasi non risulta al tatto.

Qualora foste interessati ad approfondire l’argomento trattato in questo articolo: info@studiopanella.it
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